Startup Stories - 23 Gennaio 2020
Un marmo morbido, caldo e leggero… non è un ossimoro ma un prodotto che esiste davvero. Dalla creatività del team – tutto al femminile – di Fili Pari è nato Veromarmo, un materiale impermeabile, traspirante, antivento, ritardante di fiamma e resistente all’abrasione che permette alla pietra di essere indossata. Ne abbiamo parlato con Alice Zantedeschi e Francesca Pievani, designer del Politecnico di Milano e founder della startup, che ci hanno raccontato come da una tesi possa nascere una storia di successo.
Un team al femminile e un progetto innovativo e ambizioso: rendere indossabile il marmo. Fili Pari è un brand italiano fondato da Alice e Francesca, due designer laureate al Politecnico di Milano in Design per il Sistema Moda con una grande passione per la ricerca e le sperimentazioni in campo tessile. Il nome nasce proprio dalle due imprenditrici e rappresenta l’anagramma dei loro soprannomi – Fripi e Ali – ma soprattutto è un riferimento immediato al filo, al mondo tessile, alla visione d’insieme che caratterizza il marchio.
“Ci immaginiamo come due linee parallele che percorrono un percorso comune e che identificano la nostra passione, il nostro lavoro e la nostra sensibilità”, ci raccontano le ragazze. Ma come è nata l’idea di Fili Pari? Indossare il marmo sembra qualcosa di inimmaginabile…
“L’idea di rendere il marmo indossabile nasce con la nostra tesi di laurea magistrale dalla volontà di creare un legame tra il territorio Italiano e l’industria della moda. Il marmo è un elemento naturale, un’eccellenza del Made in Italy, che comunica il territorio, la sua storia e le sue evoluzioni e rappresenta il forte ma poco riconosciuto distretto industriale. Le sperimentazioni hanno dato vita ad una membrana brevettata contenente polvere di marmo. La membrana si realizza a partire dalla polvere di marmo, che viene miscelata insieme a uno speciale composito per ottenere un sottile microfilm. Successivamente il microfilm viene accoppiato ad un tessuto di qualsiasi tipologia in base alle necessità e alla destinazione d’uso. Il risultato è un materiale impermeabile, traspirante, antivento, ritardante di fiamma e resistente all’abrasione. La particolarità di questo materiale è proprio la possibilità di indossare il marmo, stravolgere l’idea classica della pietra che, da fredda, pesante e statica si trasforma in qualcosa di morbido, caldo e leggero. La tipologia di marmo utilizzato determina il colore di base del capo e dona una mano delicata e piacevole, data dalla presenza del carbonato di calcio che compone la pietra. Grazie al marmo il materiale acquisisce delle performance tecniche particolari e caratteristiche estetiche naturali: nello specifico la polvere di marmo aumenta la resistente all’abrasione del tessuto, caratteristica che può essere declinata nell’abbigliamento, nell’accessorio o nell’arredo”.
Incredibile! Una capacità immaginativa la vostra che ha reso possibile qualcosa di mai sperimentato prima. In tema di immaginazione, come immaginate il futuro di Fili Pari?
“Gli ultimi due anni sono stati molto intensi e ricchi di soddisfazioni: a partire dalla vittoria del bando europeo Worth Partnership Project, un concorso promosso da COSME. Successivamente siamo state tra i finalisti del Premio Gaetano Marzotto di cui abbiamo vinto il premio satellite Unicredit StartLab, che ci ha permesso di accedere al percorso di accelerazione presso PoliHub, dove siamo tuttora basate. Abbiamo vinto il premio Startup4Good, promosso da Deutsche Bank, il concorso Donna e Lavoro organizzato da Eurointerim, il bando Switch2Product e ITWIIN dove abbiamo ricevuto una Menzione speciale per l’imprenditoria giovanile. Negli ultimi mesi siamo state selezionate da SheTech Italia come una delle dieci startup al femminile da tenere d’occhio nel 2019 insieme ad altre tostissime donne appartenenti a settori diversi ed abbiamo avuto la fortuna di essere tra le protagoniste della mostra Genio Impresa organizzata da Assolombarda in collaborazione con Regione Lombardia. Per il futuro ci auguriamo di concretizzare il lavoro svolto: stiamo stringendo partnership importanti con aziende tessili leader di settore per sviluppare la produzione e la commercializzazione del nostro materiale tramite licensing. Ci piacerebbe esplorare non solo il settore dell’abbigliamento ma portare l’utilizzo del marmo e del nostro semilavorato anche in applicazioni differenti come l’arredo, la calzatura, la pelletteria e l’automotive collaborando con aziende e brand importanti in Italia e all’estero”.
Progetti ambiziosi, in cui potremmo esservi di supporto. Come mai avete scelto PoliHub? “Abbiamo avuto la fortuna di iniziare un percorso di incubazione in PoliHub partecipando al Premio Gaetano Marzotto a fine 2018. Il contatto con i mentor di PoliHub ci hanno permesso di conoscere ancora meglio il nostro business e di indirizzarlo a livello strategico nel migliore dei modi. I servizi che PoliHub mette a disposizione alle startup incubate sono molteplici e noi abbiamo sempre cercato di sfruttare a pieno questa possibilità e fare tesoro dei consigli e del supporto dei mentor e degli imprenditori con cui siamo venute in contatto. Il percorso doveva durare pochi mesi ma abbiamo capito subito quanto fosse importante per noi avere la possibilità di restare all’interno di un polo di innovazione come questo, capace di creare network e sinergie sia con altre startup del circuito ma anche con aziende, professionisti, media e laboratori di ricerca. Polihub si è così trasformato da un premio e opportunità a parte integrante del nostro progetto”.